
ISBN La patria di riserva
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Il vasto cantiere avviato dalla Donzelli editore per la ricostruzione storica del fenomeno emigratorio che ha interessato l’Italia dall’Ottocento a tutto il XX secolo continua a portare alla luce filoni dai tratti più specifici e meno generali. Dopo il caso dell’emigrazione antifascista e quello dei movimenti migratori a cavallo dell’arco alpino, l’indagine storiografica si concentra ora su un aspetto particolarmente oscuro: l’emigrazione come forma di fuga di criminali ed esponenti dell’establishment politico e imprenditoriale fascista nell’Argentina di Perón.
Ad aprire il libro è l’analisi del contesto di partenza che spinse personaggi di primo piano – da Carlo Scorza a Dino Grandi – e gerarchi condannati o compromessi con il regime a lasciare l’Italia. L’individuazione dei meccanismi e dei percorsi legali e illegali che resero possibili tali espatri porta alla luce verità finora molto trascurate: laddove infatti non intervenne l’amnistia a maglie larghissime del 1946, fu soprattutto la Chiesa cattolica a garantire protezione e appoggio a chi era costretto a partire. A completare il quadro è l’esame delle forme di inserimento e dell’attività politica e pubblicistica praticate dai neofascisti in seno alla collettività italiana in Argentina, la più importante del Sudamerica, e dei loro rapporti con il regime peronista da un lato e i camerati rimasti in patria dall’altro. Un nuovo tassello del grande mosaico della storia italiana del Novecento.
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