
ISBN Orfani e bastardi
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Tra le principali fucine culturali che hanno segnato la storia del Novecento italiano, un posto d’onore spetta senz’altro al quotidiano milanese che a metà degli anni cinquanta ha segnato una svolta nel giornalismo nazionale: «Il Giorno». Fondato a Milano nel 1956, il quotidiano voluto da Enrico Mattei, presidente dell’Eni, si presentò sin da subito come «rivoluzionario» tanto nella grafica che nei contenuti. Il successo e la capacità di penetrazione dell’opinione pubblica furono immediati, specie fra le giovani generazioni. E tra i giornalisti più rappresentativi del «Giorno», si formò e poi affermò Vittorio Emiliani, che dopo più di trent’anni ne ripercorre in queste pagine la storia entusiasmante, incalzante, ricca di retroscena e di personaggi romanzeschi; dapprima l’ascesa, con Gaetano Baldacci, poi con Italo Pietra, in parallelo con il primo «miracolo italiano», con la svolta di centro-sinistra e con il ruolo strategico dell’industria di Stato. E poi la storia amarissima dello stravolgimento e del declino della testata a partire dal 1972, con la direzione di Gaetano Afeltra; sono gli anni della lotta tenace, prolungata, dei redattori per salvare qualità e originalità del quotidiano, lasciato impoverire da un’impresa pubblica sempre più soggetta ai partiti di governo e sempre meno innovativa, e sono anche gli anni della diaspora di firme e talenti. Ne viene fuori una sorta di romanzo storico di un ventennio, lo spaccato conflittuale di un’Italia allora ricca di slancio, di speranza, di forza politica e sindacale. Anche nei giornali.
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