
ISBN L'eco dei marmi
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Da Atene a Londra: l’Ottocento è ai suoi inizi, quando l’ambasciatore inglese a Costantinopoli, Lord Elgin, decide di patrocinare l’impresa di distacco e invio in Inghilterra di gran parte dei rilievi del Partenone. Il grande viaggio (senza ritorno) dei marmi verso la metropoli della modernità europea si rivela come qualcosa di più di un trasloco. Esposte provvisoriamente in alcune dimore signorili londinesi, le sculture danno subito adito a un memorabile dibattito. Si discute animatamente la loro attribuzione a Fidia, il più celebre scultore dell’antichità; se ne approfondisce il confronto con l’ideale classico proposto da Winckelmann; si dibatte l’opportunità di un loro restauro (proposta tra gli altri al Canova, e da lui rifiutata). Quell’arrivo segna un vero e proprio punto di non ritorno: come ammette senza riserve Quatremère de Quincy, il massimo teorico dell’arte dell’epoca, «adesso tutti i nostri studi devono ricominciare». Non meno intenso è il confronto sul valore economico da attribuire ai reperti e sull’opportunità del loro distacco dal monumento originario.
Dal 1817, anno in cui i marmi del Partenone vengono finalmente esposti al pubblico nelle sale del British Museum, i rilievi di Fidia diventano il massimo simbolo della classicità. E la loro immagine comincia a riflettersi all’infinito, in una miriade di studi, di imitazioni, di riprese. L’esposizione e la diffusione dei loro calchi nelle accademie e nelle scuole d’arte fanno sì che un numero sempre maggiore di artisti possa ora non solo ammirarle, ma anche studiarle e copiarle dal vero. Ed è – come ricorda Salvatore Settis nell’importante introduzione al volume – uno dei momenti topici della definizione del canone dell’«antico» nella nostra cultura moderna.
Questo libro racconta l’eco di quei marmi nella sensibilità dell’Occidente europeo moderno. Le tracce di quelle sculture nell’arte italiana e la loro influenza sulla cultura artistica inglese e sulla pittura francese, testimoniano la forza delle loro suggestioni, che viene qui esaminata in un arco compreso tra l’epoca neoclassica e gli anni venti e trenta del Novecento.
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