
ISBN Stati Uniti d'Italia
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È il 1945, e si sono appena spente le fiamme del conflitto mondiale e della guerra civile, quando Norberto Bobbio pubblica questa magistrale antologia del pensiero di Cattaneo. Il filosofo torinese, schierato tra le file del Partito d’azione, intravede per l’Italia che esce dal fascismo e dalla Resistenza un compito di rifondazione politica e ideale, che deve fare ricorso a una nuova forma di solidarietà democratica. Di qui la necessità di una riscoperta, nel cuore della tradizione del nostro Risorgimento, del federalismo civile di Carlo Cattaneo. «Il nome di Cattaneo – scrive Bobbio nella sua lunga introduzione, un vero e proprio libro nel libro – è legato, nella storia del Risorgimento, alla fortuna o meglio alla sfortuna del federalismo. Il federalismo fu il fuoco in cui convergevano i raggi delle sue ricerche, delle sue aspirazioni, dei suoi sentimenti». La scelta federalista nasceva in Cattaneo dalla convinzione secondo cui lo Stato unitario non può essere che autoritario, non può che soffocare le autonomie, le libere iniziative, mentre «l’unica reale garanzia della libertà» è data dall’unità nella pluralità. Si tratta – ecco il punto che oggi torna di stringente attualità – di un federalismo profondamente solidale e profondamente riformatore: la massima aspirazione di Cattaneo è proprio quella di richiamare tutte le componenti territoriali della nazione che sta sorgendo, riprendendo quella tradizione municipalistica, quell’idea delle città come «principio ideale della storia italiana» tanto cara al riformatore lombardo. Sconfitta nel Risorgimento, quell’idea era destinata a riproporsi nella storia successiva. E si sbaglierebbe a lasciarla ora nelle mani di chi rischia di farne una bandiera regressiva, di egoismi territoriali e di chiusure illiberali.
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