
ISBN Viaggio al termine degli Stati Uniti
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«All’origine di questo libro ci sono due cause: il piacere di raccontare e il vizio di mettere insieme ipotesi politiche e filosofiche»: così Flavio Baroncelli sintetizza lo spirito di un insolito diario di viaggio, un viaggio che lo conduce, per motivi di salute, negli Stati Uniti. A poco a poco, da annotazioni e appunti sparsi su un’America diversa, quella meno frequentata dai turisti e ignorata dagli intellettuali – fatta di deserti urbani, campagne desolate, strade che alludono a ranch fantasmatici, file di baracche in attesa di uragani –, prende corpo una riflessione acuta, amara, ironica sugli americani di oggi. Gente qualunque, incontrata per caso negli ospedali, nei ristoranti, negli uffici, che vive in situazioni di più o meno drammatica povertà, e che però ha dimostrato di riconoscersi, senza incertezze, anzi vantandosene, nella politica di Bush.
Un atteggiamento, questo, che l’autore descrive ricorrendo a un’immagine curiosa e intrigante: rispetto alla politica, l’americano si comporta come un armadillo, che «quando avverte un rumore sospetto, si alza sulle zampe posteriori per vedere cosa sta succedendo. Lo fa anche quando sta attraversando un’autostrada, e sente un’auto che si avvicina. In questo modo, azzera le sue possibilità di non essere investito. Anche i poveri americani votano Bush per un riflesso acquisito in altre epoche e in altri ambienti, quando la devozione nei confronti del maschio dominante aveva effetti positivi per la sopravvivenza del branco».
Un libro originale e spiazzante, che ci racconta come pensa, vive e vota il popolo di Bush e, di rimando, non risparmia nulla all’Italia che a quest’America guarda come a un modello.
Flavio Baroncelli (1944) insegna Filosofia morale all’Università di Genova. Ha pubblicato molti articoli su «La Voce» di Montanelli e su «Village» e collabora regolarmente con «Il Secolo XIX» e con «Diario». Per la Donzelli editore ha pubblicato Il razzismo è una gaffe. Eccessi e virtù del «politically correct» (1996).
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