
ISBN Teresa, mon amour
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Un corposo volume dimenticato in alto nella libreria: l’opera completa di una santa del Cinquecento. Quando Sylvia Leclercq – psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva – riprende in mano, forse per caso, quelle pagine, l’emozione irrompe improvvisa: è l’inizio di un incontro che si rivelerà capace di coinvolgerla e sconvolgerla totalmente e inaspettatamente. Teresa d’Ávila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell’ordine dei carmelitani, la santa dell’estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d’amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano; al pari suo, al pari nostro. Dal lontano Siglo de oro la vediamo avanzare verso di noi, sempre più viva, sempre più moderna. Di pagina in pagina, scopriamo i retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Sylvia si lascia prendere da Teresa, si fa portare in Spagna, si introduce nelle pieghe della sua scrittura, capace di restituire, dietro l’ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un’inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell’universo mentale e del malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Ed ecco che verità e finzione si intrecciano. Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell’Altro, dell’Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, Kristeva adotta la forma romanzo per restituirci il senso di quell’esperienza, riproponendola a noi contemporanei come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé: un’esplosiva anticipazione storica del «genio femminile».
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