
ISBN Il gusto delle cose
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Come erano arredate le case della gente comune nella Roma del Seicento? Come si preparavano e consumavano i cibi, come ci si vestiva, che libri si leggevano? Cosa si appendeva alle pareti o si disponeva in bella vista sui mobili?
La città dei papi non era abitata solo dai grandi nobili o dai miserabili, come voleva un pregiudizio già diffuso all’epoca. C’era anche un ampio ceto intermedio formato da avvocati, medici, artisti, mercanti, artigiani benestanti, e dalle loro donne, che aspiravano alla rispettabilità e alla possibilità di assicurare la propria discendenza nel tempo. E le loro abitazioni rispecchiavano fedelmente questi desideri, rendendo concreta e visibile l’identità dei loro proprietari, in un gioco di ostentazione ed emulazione. La competizione sociale non era però l’unica ragione per accumulare oggetti: le cose si acquisivano e conservavano per costituire una evidenza, una riserva di ricchezza da mobilitare in caso di necessità. Né il gusto per le cose era direttamente proporzionale al reddito. Gli individui si identificavano negli oggetti e li trasmettevano ai loro eredi, per dare concretezza alla memoria e precostituirsi una durata nel tempo che oltrepassasse i limiti della finitezza umana.
Basato su una originalissima ricerca d’archivio, questo libro ricostruisce il mondo delle cose, gli oggetti nella concretezza delle loro forme, dei materiali e dei colori, e nel loro rapporto con chi li possedeva.
Renata Ago insegna Storia moderna all’Università «La Sapienza» di Roma. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato Economia barocca: mercato e istituzioni nella Roma del Seicento (1998) e ha partecipato al volume del Manuale di Storia moderna. È autrice, tra l’altro, de La feudalità in età moderna (Laterza, 1994).
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