
ISBN Euro e cittadinanza
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Introdotto nel 2002 al posto delle valute nazionali, l’euro è oggi la moneta comune di diciassette paesi e di trecentotrentacinque milioni di persone. Si è trattato del più grande cambiamento che ha coinvolto i cittadini nella storia dell’Unione europea. La moneta unica è inoltre al centro del dibattito sulla crisi dell’Eurozona, al punto che, se molti dicono che essa è solo un capro espiatorio per le istituzioni comunitarie e i governi nazionali, molti altri si domandano se, dopo più di dieci anni, vada celebrata o piuttosto commemorata. In ogni caso, mentre dell’euro si discute quasi soltanto in termini macroeconomici e di finanza globale, poca o nessuna attenzione è riservata alla sua relazione con la cittadinanza. Il volume, che raccoglie saggi di ricercatori ed esperti europei e americani, approfondisce questa visione non convenzionale della moneta unica. Il rapporto con gli individui che sono e si sentono europei viene in evidenza proprio non appena si smette di considerare la moneta unica come una «cosa». Invece, questo rapporto si rivela se si guarda l’euro come crogiolo di simboli, come linguaggio comune, come base di un sistema di comunicazione, come deposito di valore e strumento di calcolo e di scambio di beni e servizi, come nucleo di uno spazio pubblico europeo e come veicolo della costruzione delle istituzioni comunitarie. Tutti elementi che costituiscono e danno forma alla cittadinanza europea, istituita nel 1993 nel Trattato di Maastricht ed evidentemente attiva, se l’euro gode ancora di quel patrimonio di fiducia sociale che lo fa funzionare come moneta. La moneta unica porta con sé rischi e vantaggi per i cittadini, ma il suo legame con la cittadinanza europea non può essere ignorato.
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