
ISBN La potenza del falso
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Il senso comune intende il termine «finzione» come un semplice sinonimo di «falsificazione», contrapponendolo a una presunta «verità». Viceversa, l’intreccio tra verità e finzione – per quanto sempre necessariamente conflittuale – è tanto stretto da apparire quasi inestricabile. Prima ancora di regolare l’intero flusso dell’informazione e della comunicazione nel quale attualmente siamo immersi, questa insospettabile convergenza è stato il problema con cui, a partire dalla fine del Settecento, si sono confrontati alcuni tra i più avvertiti interpreti della modernità letteraria: innanzitutto Leopardi e Novalis, con una tensione concettuale pari solo a quella che, nella prima metà del Novecento, coltiverà Paul Valéry. Sono proprio loro – Novalis, Leopardi e Valéry – le bussole che orientano la navigazione compiuta da questo libro lungo le rotte della finzione, qui isolata nelle sue manifestazioni antropologiche originarie e, insieme, più ricorrenti: quali si dimostrano, appunto, l’illusione, la favola e il sogno. Seguendo le tappe principali delle perlustrazioni operate da Novalis, Leopardi e Valéry all’interno di questi tre grandi continenti dell’immaginario collettivo, è inevitabile addentrarsi in una molteplicità di territori: dalla cultura libertina a Vico, Herder, Poe, Hoffmann, Baudelaire e Proust.
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