
ISBN Il fuoco acceso
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Il fortunato filone di studi storici sul fenomeno dell’emigrazione in Italia, nelle sue varie e composite forme, prosegue, nella collana dei Saggi Donzelli, con la ricostruzione dell’intenso fenomeno migratorio che ha caratterizzato le Alpi italiane a cavallo tra Sette e Ottocento. Negli ultimi anni, lo studio sulla vita alpina ha coinvolto tra l’altro gli antropologi e i demografi non meno degli storici, svelando i segreti della vita quotidiana in quel microcosmo di frontiera.
Scopriamo così che il primo ribaltamento sociale prodotto dall’emigrazione degli uomini è il protagonismo delle donne. Il loro lavoro nei campi mantiene in vita quella sorta di economia naturale che si contrappone a quella, del tutto nuova per il contesto, incentrata sul denaro, inaugurata dagli uomini che, lasciando stagionalmente le montagne, imparano a monetizzare il proprio lavoro. Più denaro, dunque, ma di contro meno figli, e matrimoni più tardivi: le brevi e saltuarie permanenze a casa degli uomini producono una rivoluzione nei costumi di intere comunità. Anche i cimiteri si svuotano di lapidi con nomi maschili, poiché sempre più spesso si muore lontano da casa. E infine la terra, da secoli avara e tiranna con l’uomo, che si trasforma via via in puro oggetto di scambio per ottenere prestiti in denaro da chi emigrando ha per la prima volta la possibilità di accumularlo. Una ricostruzione a quattro mani di due storici che da anni dedicano la loro ricerca alla montagna di frontiera.
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