
ISBN La congiunzione dei due oceani libro ITA 169 pagine
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È noto che il pensiero indiano fece irruzione sulla scena filosofica europea grazie allentusiasmo suscitato in Schopenhauer dalla lettura della versione latina delle Upanisad, la prima in Occidente, ad opera di Anquetil-Duperron, apparsa nei primissimi anni dellOttocento. Meno noto è che Anquetil- Duperron si era basato su una traduzione persiana, realizzata nel 1657 e patrocinata dal principe moghul Muhammad Dara ikoh (1615-1659). La dinastia musulmana dei Moghul, che regnò sullIndia a partire dal 1526, aveva già mostrato grande apertura e interesse per il sapere indiano, in particolar modo durante il regno dellimperatore Akbar, ma il suo pronipote, Dara ikoh, si spinse ben più in là. Affiliato alla confraternita sufi della Qadiriyya e seguace delle dottrine del grande mistico musulmano Ibn Arabi, attraverso lassidua frequentazione di yogin e sapienti indù giunse alla conclusione che rispetto al sufismo non vi era «differenza alcuna, fuorché divergenze lessicali, nel loro modo di percepire e comprendere il Vero». A sostegno di tale tesi nel 1655 scrisse La congiunzione dei due oceani, in cui si sforzò di mostrare la puntuale corrispondenza fra i princìpi della tradizione spirituale indù e di quella sufi. Tesi tanto audace quanto temibile, che suscitò una forte opposizione da parte degli ulama più ortodossi e che consentì al fratello Awrangzeb di ottenere una condanna a morte per apostasia e di impadronirsi del trono.
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