
ISBN Campania felice?
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Non esiste forse citazione più abusata, tra gli storici dell'agricoltura e della società rurale nell'età postunitaria, dell'immagine jaciniana delle «cento Italie agricole». Ad essa si fa ricorso, quasi ammiccando, per riferirsi genericamente alla confusa complessità di un quadro economico, sociale e contrattuale estremamente vario.
Il libro di Pietro Tino sull'agricoltura campana getta uno sguardo meticoloso e attento su questa «complessità», ricostruendone al tempo stesso le linee di evoluzione interna, alcune delle quali di insospettata vitalità e rapidità. Un mondo frammentato ma vivo e ricettivo, pronto a rispondere alle sollecitazioni, assieme, del più grande mercato urbano italiano - e a lungo europeo - come alle sfide della competizione internazionale. Emerge il quadro di un'agricoltura fortemente diversificata ma segnata comunque da un precoce processo di specializzazione e di mercantilizzazione, dove forme arcaiche di pastorizia convivono accanto alle più avanzate realtà imprenditoriali.
Ridisegnando i confini produttivi ed economici della Campania agricola, Pietro Tino ne evidenzia anche i tempi e i modi del mutamento, quegli snodi a loro modo epocali - siano essi la crisi agraria di fine Ottocento o la depressione tra le due guerre - che hanno sollecitato la trasformazione: scopriremo così, forse, che le «cento Italie agricole» erano una ben timida iperbole.
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