
ISBN Una presidenza come nessun’altra libro ITA 528 pagine
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«Io sono l’unico che può sistemare le cose.» Con queste parole, dal palco della Quicken Loans Arena a Cleveland, Donald Trump inizia la sua corsa alla presidenza degli Stati Uniti d’America il 21 luglio 2016. Sbandierando il motto «Make America great again» e promettendo di riscattare il paese dal declino in cui, a suo dire, è sprofondato, riesce a vincere le elezioni. Ma, fin dal giorno del suo insediamento, il valore universale della Casa Bianca di Trump sembra essere la fedeltà, non al paese, ma al presidente stesso.
Come comandante in capo, Trump ha reinventato la presidenza a propria immagine e somiglianza, lanciato nell’etere raffiche di tweet per comunicare umori e pensieri o per annunciare – con inquietante disinvoltura – il licenziamento senza preavviso di collaboratori e membri del gabinetto, ha stravolto alleanze politiche e commerciali, e messo a dura prova le istituzioni americane. Tuttavia sarebbe fin troppo facile etichettare il suo primo mandato come puro caos.
Basandosi su centinaia di interviste esclusive e inchieste inedite, Philip Rucker e Carol Leonnig, giornalisti del «Washington Post» ed entrambi premi Pulitzer, ripercorrono in queste pagine i primi tre anni dell’amministrazione Trump, in un sorprendente tour nelle stanze del potere: dallo Studio Ovale, sede di burrascose riunioni e proverbiali sfuriate, all’ufficio del procuratore speciale Robert Mueller, che ha condotto l’indagine sulle interferenze della Russia nelle elezioni del 2016 e sull’ipotesi di reato di abuso di potere e intralcio alla giustizia, i cui risultati hanno innescato la procedura di impeachment.
Un racconto in presa diretta che documenta come in realtà ci sia uno schema ben preciso nel disordine quotidiano dell’attuale presidenza, e soprattutto un unico scopo: difendere i propri interessi e perpetuare il proprio potere, anche a costo di minare le fondamenta della democrazia.
Carol Leonnig lavora dal 2000 al «Washington Post» e collabora con NBC News e MSNBC. Insignita nel 2015 del premio Pulitzer per la denuncia delle falle all'interno del Secret Service, ha inoltre fatto parte del team di giornalisti vincitore del Pulitzer nel 2014 per aver rivelato i programmi di sorveglianza di massa del governo degli Stati Uniti sugli americani, e nel 2017 per l'inchiesta sulle interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali americane del 2016. Philip Rucker, laureato in storia alla Yale University, è corrispondente dalla Casa Bianca per il «Washington Post» e si occupa, in particolare, del presidente Trump e della sua amministrazione. Ha condiviso con Carol Leonnig il premio Pulitzer e il premio George Polk per l'inchiesta sulle interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali americane del 2016. È analista politico per NBC News e MSNBC.
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