
ISBN Via Nazionale
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Mentre nella maggior parte dei paesi industriali le banche centrali sono rimaste confinate in un ruolo esecutivo rispetto alle grandi scelte della politica economica, la Banca d’Italia ha conquistato un posto di rilievo nel dibattito e non di rado nelle scelte di indirizzo, anche al di fuori dell’ambito monetario.
Analizzando i percorsi di carriera, le coordinate intellettuali, le reti di relazione, le decisioni cruciali dei banchieri centrali del passato, da Stringher a Menichella, da Einaudi a Carli, da Baffi a Ciampi, l’autore svela le origini della supremazia di questa istituzione nel sistema economico italiano, e al tempo stesso mostra la peculiare funzione di collegamento che i governatori hanno svolto fra i vari segmenti delle nostre frammentate élites: politici, industriali, banchieri, amministratori, scienziati.
Attraverso le storie di vita dei protagonisti – si pensi solo a Einaudi e a Ciampi, e al loro approdo da via Nazionale al Quirinale – si ripercorrono, da un punto di vista originale, temi di storia intellettuale, di storia economica, di storia delle istituzioni, dalla fine dell’Ottocento fino al dibattito sulla moneta unica europea. Discorrendo delle origini sociali e ideali dei governatori, di come alcuni abbiano assunto ruoli di primo piano nella politica e nell’amministrazione, l’autore ci induce a riflettere sul problema più generale della formazione e del ricambio della classe dirigente italiana.
Alfredo Gigliobianco, storico ed economista, ha svolto attività di ricerca presso le Nazioni Unite a New York e attualmente lavora nell’Ufficio ricerche storiche della Banca d’Italia. È autore, con Michele Salvati, di Il maggio francese e l’autunno caldo: la risposta di due borghesie (il Mulino, 1980) e di vari saggi di storia economica e finanziaria.
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