
ISBN Corpuscolo libro ITA 118 pagine
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Si staccò il cielo di carta. Un lembo piegò il pastore in un canto a viso in giù nell'erba di carta e colla (lui, il fiore più bello). Con traccia lieve, nella segatura sparsa con parsimonia a simulare sabbia, la zampogna di gomma ebbe sommaria sepoltura. Cadono a volte per improvvisa rabbia così, d'un colpo della volta acerba, dall'aria a terra l'armonia ed il canto.
Stia alla larga da questi versi chi non sa essere buffo e triste nello stesso tempo, chi pensa che la vita sia in un modo solo, foss’anche quello, nobile, della poesia. Soprattutto, chiuda il libro chi crede che la semplicità possa fare a meno della raffinatezza. In Fo la necessaria spinta dell’oggetto, o del sentimento, può venire da un paio di scarpe da inverno, certamente, ma anche dalla ricerca di Dio. E tutto questo accade di norma in un medesimo giro di movimento. Il fatto è che la poesia di Alessandro Fo nasce da un’antica e consolidata alleanza: quella della verità con il tempo, della parola con l’incanto.
Dalla presentazione di Maurizio Bettini
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