ISBN Le ciminiere non fanno più fumo

ISBN Le ciminiere non fanno più fumo
ISBN Le ciminiere non fanno più fumo, Storia, ITA, 732 pagine
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Dopo l’incursione nel mondo sonoro contadino compiuta nel fortunatissimo volume Senti le rane che cantano. Canti e vissuti popolari della risaia (2005), gli autori volgono ora lo sguardo all’universo dei canti urbani, in particolare di Torino, città che rappresenta un vero e proprio laboratorio politico e culturale, nonché un microcosmo particolarmente significativo della storia della cultura e dell’industria del nostro paese, tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Il libro entra dunque in quel mondo, analizzandone contenuti, singolarità, versanti e linguaggi, in un’ottica musicale, antropologica e sociologica. Attraverso sessanta testimoni e oltre trecento canti, gli autori documentano l’oralità di quegli anni, grazie anche a una ricchissima iconografia fatta di manoscritti, canzonieri, spartiti e partiture, opuscoli, giornali e stampe. L’intento è documentare la nascita di un canto popolare che attraversa i quartieri e i circoli proletari, un canto essenzialmente parodico, che intreccia l’ideologia anarchica e socialista e la rappresentazione degli spazi fisici e mentali operai, che è dominato dalla contaminazione e dalla mimesi dei generi più disparati dell’espressività colta e di consumo del tempo, e che trova nella creazione di una sorta di «cantata operaia» la sua manifestazione più originale e specifica. Un grandioso affresco del mondo operaio delle origini, che è il nostro passato e porta con sé, pur nella sua irripetibilità, un nucleo vitale di valori in cui è possibile riconoscersi e di cui ci si può ancora nutrire.
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