
ISBN Re Pepe e il vento magico
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«Senza perdere tempo la reginotta e re Pepe aprirono la porta, videro che la draga dormiva nel pieno del sonno, e se la filarono zitti zitti. Si fece giorno e i due sposi, a cavallo, avevano fatto un bel pezzo di strada…».
C’era una volta la punta dello stivale, l’estremo lembo della penisola che come un forziere ha custodito gelosamente per quasi un secolo sessantuno fiabe venute da lontano a mettere radici in mezzo agli aranceti, tra le cicale e le zagare, e all’ombra di monti ombrosi stretti tra due mari pescosi di storie. Raccolte e trascritte in dialetto calabrese da un fine intellettuale come Letterio Di Francia, studioso della novella italiana e di fiabe popolari, queste storie, passate di bocca in bocca e narrate principalmente da donne, ci vengono restituite oggi in italiano per poterne apprezzare tutta la vivacità e la freschezza. La loro ricchezza non era sfuggita a Italo Calvino, che per la sua raccolta di Fiabe italiane ne aveva scelte cinque, in cui trovava «motivi originali e rari». Fiabe preziose, dunque, che sanno di zucchero e farina, dove nei boschi di ulivi agitati dal vento s’incontrano reucci impastati a mano, dalla bocca piccante come un peperoncino, e reginotte dalla pelle di ricotta… Accanto a questi e ad altri personaggi dai nomi suggestivi – Palmerino e la Bella dei sett’abiti, Rotilio e Marcavallo –, si muovono i protagonisti già noti del nostro immaginario fiabesco, da Raperonzolo nei panni insoliti di Prezzemolina a Biancaneve qui nelle vesti di Chioccia d’oro. E soprattutto, un turbinio di draghi e consorti, pupe di pezza e uccelli parlanti, fontane magiche, orti stregati, sirene e diavoli, lanterne fatate; e poi ancora noci, nocciole, castagne e uova, da cui sbucano montagne, fiumi, palazzi e castelli ricoperti di pietre preziose…
Lettori grandi e piccoli potranno sentire echi di storie provenienti dalle Mille e una notte non meno che dai racconti dei paladini, o da quelle dei Grimm, di Pitrè, di Perrault e di tutta la migliore tradizione fiabesca e popolare; ma in questo prodigioso equilibrio tra scoperta e riscoperta che accomuna le fiabe d’ogni luogo, c'è qui indubbiamente un sapore «mediterraneo» che ce le rende particolarmente familiari. Basti pensare alla centralità che in esse occupa il tema del cibo, ossessione o delizia dei loro protagonisti e raccontatori; oppure alla molla che spinge molti dei personaggi, ricchi o poveri che siano, a partire dalla casa natia per andarsene «spersi per il mondo». A dare per la prima volta fattezze e colori ai protagonisti di queste storie, interviene la tavolozza di Fabian Negrin, interprete dei maggiori repertori fiabeschi del mondo, che ci restituisce una favolosa serie di tavole dove, sulle tinte forti del blu e del verde, si dispiega un corteo di personaggi destinati a entrare a pieno titolo nella migliore tradizione della fiaba italiana.
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