L'Architrenius di Giovanni di Altavilla (ca. 1184), di cui si propone la prima traduzione italiana, narra il viaggio del protagonista intorno al mondo alla ricerca della Natura, accusata di non aver dotato l'uomo né di un istinto morale né di una difesa di fronte al male. Se il viaggio tra i vizi, a un tempo realistico e allegorico, tragico e satirico, anticipa elementi della Commedia, e le posizioni del protagonista echeggiano l'ideologia del "catarismo", l'aspro dialogo finale con la Natura assume toni sorprendentemente leopardiani, gettando una luce ironica sulle tesi classiche del provvidenzialismo.