
ISBN 9788815283986 libro Letteratura ITA Libro in brossura 350 pagine
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Babij Jar era una profonda e larga gola situata in prossimità di Kiev. Fra il 29 e il 30 settembre 1941 le truppe tedesche vi sterminarono, a colpi d’arma da fuoco, 33.771 ebrei. Si tratta del più grave eccidio commesso durante il secondo conflitto mondiale. Durante e dopo la guerra il territorio fu modificato, ridisegnato o riconvertito con l’obiettivo di rimuovere i segni fisici del genocidio. Questo saggio, primo in Italia sull’argomento, non ricostruisce l’evento (oggetto del romanzo di Anatolij Kuznecov da poco edito con notevole rilievo da Adelphi) ma per la prima volta mostra come letteratura, musica, pittura ne abbiano conservato la memoria contro le censure, le repressioni, le profanazioni di un regime che non intendeva accettare l’idea che nella guerra contro i popoli sovietici ci fosse una «guerra speciale» contro gli ebrei.
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