Nel dicembre 1894 il capitano dell'esercito francese Alfred Dreyfus viene condannato alla deportazione a vita: è accusato ingiustamente di tradimento, vittima dell'odio antisemita dei settori più reazionari della borghesia francese. Zola inizia a occuparsi del "caso" nell'inverno 1897 pubblicando la "Lettera ai giovani", in cui sostiene l'innocenza del capitano. Seguiranno la "Lettera alla Francia", il noto pamphlet "J'accuse!" - durissima requisitoria contro i responsabili della deportazione -, e la "Dichiarazione al giuri". In occasione dell'uscita nelle sale del film "J'accuse", diretto da Roman Polanski, Garzanti propone questi quattro documenti che, se costarono a Zola un anno di carcere, consacrarono però, allo stesso tempo, il suo nome alla storia e affermarono il valore, allora e in ogni epoca, di una stampa libera.