Un libro di poesia, ma anche di narrazione, e di pensiero: esito profondamente nuovo nel percorso di Viviani e nel panorama dell'attuale poesia italiana. Un affresco vitale e coinvolgente dei protagonismi e dell'anonimato, della frenesia del fare e della distruttività del nostro tempo. Una rappresentazione del frastuono postmoderno e, insieme, il suo antidoto.

Cesare Viviani è apparso in questa collana cinque anni fa con un libro intitolato Silenzio dell’universo, un poemetto in cui a parlare era una voce di verità proveniente da un essere intraducibile. Passare dal «silenzio dell’universo» alla «forma della vita» è come aderire all’azione dopo un’estatica contemplazione. È come se quella voce così perentoria, distaccata dai sentimenti umani, si fosse mescolata agli uomini, alle loro vite quotidiane, si confondesse con mille altre voci. La forma della vita è infatti una specie di romanzo esploso, con i frammenti di molti personaggi: le loro giornate sono attraversate dai luoghi comuni dell’informazione diffusa, ma anche, a tratti, da momenti di sospensione in cui torna a parlare quella voce di sapienza, questa volta incarnata, e in cui affiora ricorrente la domanda sull’origine del male.